La Beffa di Buccari fu un'azione militare compiuta da una squadra di MAS (Motoscafo Armato Silurante) della Regia Marina italiana nella notte tra il 10 e l'11 febbraio 1918, durante la Prima Guerra Mondiale. L'obiettivo principale era quello di dimostrare la capacità di penetrazione della marina italiana nelle acque nemiche, in particolare nel porto di Buccari (attuale Bakar, in Croazia), controllato dall'Impero Austro-Ungarico.
L'azione, guidata dal capitano di fregata Costanzo Ciano (padre di Galeazzo Ciano) e dal tenente di vascello Luigi Rizzo, non ebbe un impatto strategico significativo, poiché non causò danni rilevanti alle navi nemiche. Tuttavia, ebbe un enorme valore propagandistico e psicologico per l'Italia, contribuendo a risollevare il morale delle truppe e della popolazione dopo la disfatta di Caporetto.
I tre MAS (il 94, il 95 e il 96) entrarono nel porto di Buccari, lanciando alcuni siluri (che però non colpirono bersagli significativi) e lasciando in loco tre bottiglie con un messaggio beffardo rivolto all'Imperatore Austro-Ungarico Francesco Giuseppe. Il messaggio, firmato "MEMENTO AUDERE SEMPER" (Ricorda di osare sempre), divenne un motto patriottico italiano.
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