La beffa di Buccari fu un'operazione militare condotta dalla Regia Marina italiana durante la seconda guerra mondiale. Si svolse nella notte tra il 20 e il 21 luglio 1941 nel porto jugoslavo di Buccari (ora in Croazia), occupato e fortificato dal Regno di Jugoslavia.
La missione fu pianificata e condotta dal capitano di fregata Francesco Mimbelli, che utilizzò due motosiluranti, la MAS 532 e la MAS 528, per attaccare le navi jugoslave nel porto. I MAS (Motoscafi Armati Siluranti) erano piccole imbarcazioni veloci e manovrabili, armate con siluri.
Le motosiluranti raggiunsero il porto di Buccari evitando i campi minati e i punti di difesa costiera, riuscendo a penetrare nonostante il pesante fuoco delle batterie costiere jugoslave. Dopo l'iniziale fallimento nell'attaccare un incrociatore jugoslavo, la MAS 532 riuscì a colpire il cacciatorpediniere jugoslavo Dubrovnik con un siluro, affondandolo. Nel frattempo, la MAS 528 riuscì a distruggere due motopescherecci jugoslavi e danneggiare il cacciatorpediniere Zagreb.
Dopo l'attacco, le motosiluranti riuscirono a fare ritorno in Italia senza subire danni. L'operazione fu un successo per la Regia Marina, dimostrando l'efficacia delle motosiluranti italiane.
La beffa di Buccari ebbe un notevole impatto sulla propaganda di guerra italiana, che la presentò come una vittoria importante. Tuttavia, in termini strategici, l'operazione ebbe un impatto limitato sulla guerra nel Mediterraneo, che si stava svolgendo in un contesto più ampio.
Nonostante ciò, la beffa di Buccari rimane un esempio significativo di un audace attacco navale condotto con successo durante la seconda guerra mondiale.
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